Affido e adozione

Venerdì 14 novembre, presso la Pubblica Assistenza di Siena si è tenuto l’incontro “ Posso Stare con voi?” che ha affrontato i temi di affido e adozione…

 

 

Lo psicologo Tommaso Innocenti, dell’Istituto di Terapia Familiare di Siena, ha aperto l’incontro parlando della legge n. 149/2001 sull’affido, uno strumento complesso al servizio della famiglia. L’Affido è un provvedimento di accoglienza temporanea rivolto ai minori con difficoltà familiari; può durare al massimo due anni, prorogabili, e si ottiene su disposizione dei servizi sociali, tenendo conto della indicazioni dell’Autorità Giudiziaria.

Occorre ricordare che tutti possono diventare genitori affidatari: coppie sposate, conviventi, single, familiari. Il dott. Innocenti ha parlato degli elementi prognostici positivi (doppia appartenenza alle famiglie, cura del senso di continuità) e di quelli negativi (triangolazione, vissuti separativi, lutto, conflitti), che ci permettono di capire se l’affido potrà andare più o meno a buon fine. Ha concluso il suo intervento sottolineando il fatto che alla base dell’affido deve esserci un sentimento di benevolenza verso qualcuno dal quale ci si aspetta un comportamento di fiducia; come tale, perché duri, deve essere nutrita con reciprocità ascolto e apertura.

 

La psicologa Simonetta Montinaro, del centro affidi “Baobab” di Colle val D’Elsa,  ha parlato della rete di servizi che deve supportare la famiglia affidataria e la famiglia d’origine, che per vari motivi (mamma single, famiglie immigrate, famiglie disagiate) abbiano richiesto un aiuto. La dottoressa ha inoltre esplicitato le diverse modalità di affido, applicate in base alla situazione familiare del bambino: affido giudiziale (disposto dall’Autorità Giudiziaria su proposta dei servizi sociali); affido consensuale (disposto su richiesta della famiglia naturale ai servizi sociali); ha inoltre specificato che esiste l’affido diurno/part-time (limitato ad alcune ore della giornata o per brevi periodi) e  residenziale (quando il bambino vive con la famiglia affidataria).

La dottoressa ha poi spiegato che si può diventare genitori affidatari rivolgendosi ai servizi sociali, dove un’équipe specializzata valuterà la richiesta in base ai particolari bisogni del bambino. Successivamente la famiglia affidataria avrà diritto a un contributo economico e a specifiche coperture assicurative per contribuire alle spese di mantenimento del minore; inoltre i genitori affidatari godranno degli stessi benefici relativi a congedi lavorativi e riposi giornalieri garantiti ai genitori naturali.

Infine è stato affrontato l’aspetto dei sentimenti che ruotano fra gli “attori” dell’affido (f. affidataria, minori, f. d’origine) come la paura, l’ansia e la rabbia, che è importante esplicitare. La dottoressa ha concluso l’intervento ricordando che la famiglia ideale per intraprendere l’affido è quella che riesce ad affrontare le emozioni di separazione e che è disponibile a collaborare con le istituzioni, solidale con le persone provenienti da contesti diversi e capace di mettersi in discussione.

L’intervento successivo ha visto come protagonista Vita Miccoli, che ha presentato l’associazione  di genitori affidatari “Stare fra”, i quali accompagnano le famiglie nel percorso di affido con il supporto di avvocati, psicologi e gruppo di auto-aiuto.

Come rappresentante dell’associazione è intervenuta una ragazza di 23 anni, che ha raccontato la sua storia di bimba in affido, esperienza iniziata quando aveva 4 mesi e mezzo. La giovane ha ricordato il suo percorso definendolo con due parole principali: “tranquillità” e “serenità”; proprio queste due condizioni le hanno permesso di crearsi una  vita nuova e sana.

Come facente parte dell’associazione “Stare fra”, è inoltre intervenuta una coppia che nel 2008 ha deciso di prendere in affido due bambini di una madre sola, che nella quotidianità non aveva aiuti familiari su cui contare. I coniugi hanno raccontato quali siano state la bellezza e la gioia nell’aumentare la propria famiglia (avendo già due figlie naturali) e quanta la difficoltà nel vivere percorsi a termine in cui ci sarà prima o poi un distacco; la fatica viene tuttavia ricompensata dal riuscire ad aiutare una famiglia a “risollevarsi” e dall’ aver dato ai minori un altro spazio familiare idoneo a soddisfare i loro bisogni relazionali. L’assistente sociale del Comune di Siena Ida Montereggi, ha spiegato i punti di accesso ai servizi del Comune e l’importanza di non perdere mai di vista che il soggetto dell’affido è il bambino portatore di diritti e bisogni, non la famiglia.

La responsabile dei servizi sociali ASL7 Maria Scoccia ha illustrato tutti i servizi per la famiglia, per gli adolescenti e, più in generale, per i minori e come potervi accedere.

 

Altro tema trattato nell’incontro è stato quello dell’adozione. La dottoressa Viani, referente per il Comune di Siena, ha parlato dell’adozione, della differenza di quest’ultima dall’affido. Ha poi illustrato le attività del Centro Adozioni in Via dei Pispini, dove vengono attivati percorsi pre e post adozione. Ha delineato inoltre alcuni tipi di affido che seguendo vari iter si possono talvolta tramutare in adozione ( l’Adozione a Rischio Giuridico e l’ Affido Sine Die (o adozione mite) .

L’assistente sociale, nonché genitore adottivo, Paolo Pajer ha mostrato, attraverso l’analisi di dati statistici, che i tempi di attesa dell’adozione, dal momento in cui viene dichiarata la disponibilità fino a quando arriva il figlio adottivo a casa, variano in media dai 2 ai 5 anni. Inoltre ha analizzato il tempo trascorso in attesa del figlio adottivo, durante il quale il futuro genitore si domanda se sarà in grado di aspettare e se saprà fare il genitore. In questo senso si è ribadito che il genitore non deve aver paura di chiedere aiuto, pesando erroneamente che ciò significhi ammettere di aver sbagliato o di non essere un genitore sufficientemente buono; al contrario il confronto aiuta a superare paure e impasse nel percorso di genitore.

 

E’ poi intervenuta per l’associazione “Mamma Si”, con  sede a Taverne d’Arbia, Adriana Granai, che ha descritto lo spazio giochi e lo spazio di scambio abiti, due iniziative con le quali aiuta le famiglie che, per mancanza di denaro e tempo, non posso seguire i propri figli come desidererebbero. L’associazione nasce dal concetto di banca del tempo, ovvero si riceve un aiuto  e in cambio, invece di soldi, si cede il bene più importante e più scarso del nuovo millennio, ovvero il nostro tempo libero.

Ha chiuso il convegno la Dottoressa Meri Lolini che ha parlato del suo libro “Una Goccia nel Mare” Harmakis Edizioni. Nel quale racconta la propria esperienza di affido. Riprendendo le parole dell’autrice: “ Ho sentito la necessità di rendere pubblica la mia/nostra storia, quella cioè della “famiglia in espansione”, per promuovere l’istituto sia dell’affido familiare sia dell’adozione, che è senza dubbio il modo più giusto per aiutare i minori in stato di abbandono. Nella nostra famiglia abbiamo visto nascere e potenziarsi i rapporti di “cuore”, che ad oggi presentano le stesse caratteristiche di quelli di “pancia”. L’amore non ha etichetta, è solo vero qualsiasi sia la sua origine e crescita, quindi, in virtù di tutta la mia esistenza, voglio promuovere questa mia esperienza in modo che io possa accendere la fiducia dentro chi vorrà diventare un “genitore di cuore”.

Per approfondimenti o informazioni potete contattare le psicologhe Elena Lorenzini e Paola Aloigi cell. Cell. 3465043084 – sociale@pubblicaassistenzasiena.it